L'entusiasmo che un drone provoca nei nuovi utilizzatori talvolta è così tanto da far dimenticare…
Droni, una storia che parte da lontano
Per moltissimi di noi, per l’uomo della strada, i droni rappresentano il non plus ultra della modernità. Sono tecnologicamente avanzati, arrivano dovunque e riescono a compiere operazioni che in un tempo non molto lontano avrebbero obbligato all’impiego di personale altamente specializzato (questo discorso vale ovviamente per l’uso sia civile che militare, sul quale ci concentreremo a breve).
Eppure pochissimi sanno che, nonostante la loro ubiquità in questi ultimi anni, i droni arrivano da un’invenzione che potremmo definire antica, essendo stata definita oltre due secoli fa. Chi ne sia il padre è un altro paio di maniche.
Su questo sito, gestito da appassionati, vogliamo non solo dare notizie su questo mondo ma anche fare chiarezza sugli aspetti storici del fenomeno drone.
Una paternità contesa
Chi ha familiarità con il mondo dei droni conoscerà nomi, cognomi e circostanze intorno alla comparsa dei primi “oggetti volanti” senza pilota, cosa che distingue un aeromobile vero e proprio da un drone.
Un primo tentativo di usare mezzi remoti risale al 1849, durante la repressione austriaca contro Venezia, ma questi primissimi droni, per di più esplosivi, non funzionarono come immaginato perché troppo dipendenti dai venti, che causarono danni all’esercito straniero.
Per la svolta si dovette attendere la maggior diffusione dell’energia elettrica: nel 1907 i fratelli Jacques e Louis Bréguet costruirono un gyroplane, come lo si era battezzato in francese, con un sistema propulsivo praticamente identico a quello dei droni attuali, il quale, però, aveva bisogno di una continua presenza umana a terra per le sue dimensioni importanti.
Quasi contemporaneamente, nel 1908, George R. Lawrence inventò a Chicago una sorta di mongolfiera automatica, che battezzò “captive airship”, per fotografare le città americane.
Ancora, nel 1916, l’italianissimo Adelchi Manzoni progettò e costruì un velivolo comandato a onde radio dal nome “Torpedine Aerea”, della lunghezza di circa sei metri, ma dopo la produzione di quattro prototipi la sperimentazione fu abbandonata (anche perché nel frattempo l’Italia aveva vinto la Prima guerra mondiale!).
Negli stessi anni, e quasi con lo stesso nome, Peter Cooper ed Elmer Sperry, americani come Lawrence, inventarono lo Sperry Aerial Torpedo, per il trasporto e lo sgancio di bombe senza rischiare vite umane nel tragitto. Impossibile dire se avessero ricevuto notizia delle sperimentazioni di Manzoni, ma è certo che Elmer Sperry è tutt’oggi considerato il padre del drone come lo conosciamo attualmente.
La prima fan dei droni? Marilyn Monroe
Dagli anni ’10 del secolo scorso a oggi è passato tanto tempo, e moltissimi inventori hanno perfezionato l’idea di questi dispositivi volanti che non necessitano di pilota: sarebbe impossibile citarli tutti senza annoiare! Merita però un mini approfondimento la figura di Reginald Denny, un attore inglese che aveva combattuto nella Grande Guerra e sul fronte si era appassionato al mondo dell’aeronautica.
Approfondendo il suo hobby si era dedicato a costruire un aereo delle dimensioni più piccole possibili da usare per il supporto nelle operazioni di guerra, e così nel 1939 aveva brevettato l’OQ, lungo meno della metà della Torpedine Aerea di Manzoni, e che ebbe un discreto successo negli USA, dove ebbe come testimonial nientemeno che… Marilyn Monroe!